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IN BICI CON UN CUORE NUOVO

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Dopo un trapianto, il cuore non dovrebbe essere messo sotto sforzo. Ivano Saletti non la pensa così. Il ciclista, sulla sua bici da corsa, la “Specialissima”, corre senza tregua per raggiungere i suoi sogni. Ma non dovrebbe preservare il nuovo cuore senza sopraccaricarlo? Ivano sorride: “Non rinuncio alla mia passione. Ad ogni percorso faticoso parlo con lui, con il ragazzo di 16 anni che mi ha ridato la vita. Io me lo sento dentro e a ogni gara mi dona la forza di andare avanti e continuare a pedalare”.

Ivano si appassionò alla bicicletta fin da bambino e incominciò a salire sul podio all’età di 7 anni: la sua vita è la bicicletta. È per questo che, a 14 anni, rimase devastato quando gli dissero di appendere al chiodo le sue due ruote. “Facevo le mie visite sportive ma non mi hanno riscontrato mai nulla” – dichiara il ciclista – “Dopo una gara in notturna, sono andato in tachicardia e controlli approfonditi mi hanno diagnosticato una displasia al ventricolo destro. Così, la “Specialissima” azzurra la misi in un angolo e i miei sogni li chiusi in un cassetto”.

Il suo obiettivo era quello di vincere il campionato del mondo, ma questo fu distrutto in poco tempo, assieme alla sua adolescenza e giovinezza. Ha avuto due arresti cardiaci all’età di 19 e 25 anni. “Lei ha un cuore a termine” gli disse la dottoressa Maria Frigerio a Niguarda. Così fu messo in lista per il trapianto. Lo staff del Dipartimento Cardiotoracovascolare diretto da Cristina Giannattasio, ha dato una nuova vita al nostro ciclista quando è arrivato il cuore da Ancona. Dopo il trasferimento è proceduto tutto bene. La sua bici azzurra era rimasta nell’angolo, ma suo fratello Alfredo, gliene donò una nuova per un nuovo inizio. La “Specialissima” in arancio fece riaprire quel cassetto dove Ivano aveva lasciato i suoi sogni.

“Ho rincominciato a pedalare, nel 2014 ho partecipato a gare per trapiantati e ho vinto il campionato italiano. Nel 2015 ho conquistato lo scudetto Prestigio, 2000 Km di gara e 30 mila metri di dislivello in otto mesi” annuncia orgogliosamente Ivano. Per non farsi mancare nulla ha partecipato anche alla Oetztaler in Austria, la gran fondo più dura d’Europa di 235 Km. L’anno scorso ha incassato tre medaglie d’oro agli europei per trapiantati. In più, in questi giorni si allena per il gran fondo a Colnago (110 Km) e per i Nove Colli (205 Km e 4000 metri di dislivello).

Nella mente di Ivano resta un pensiero fisso: “Chi è quel ragazzo?”. Scoprì che era un 16enne morto in un incidente stradale. Una vita persa per rianimarne un’altra. “Non trovo le parole per scrive alla sua famiglia, per descrivere la mia riconoscenza per questa seconda possibilità” – dichiara il ciclista – “Quel ragazzo ha riacceso i miei sogni, non c’è giorno che non pensi a lui”. Ivano ora vive in simbiosi con lui, fa battere quel cuore per entrambi.

 

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