Cioccolato o non cioccolato? Come riconoscere il cioccolato vero da quello finto
Consigli su come leggere l'etichetta.
Carissimi amanti del cioccolato, non è sempre tutto “oro nero” quel che luccica!
Con il Natale ormai alle porte il cibo degli Dei abbonda sugli scaffali delle attività commerciali e ci invita all’acquisto massivo, per la felicità di grandi e piccini. Ma non sempre il cioccolato è quello vero e, allora, come riconoscerlo da quello finto?
L’etichetta alimentare è indubbiamente uno degli strumenti principali per informare il consumatore e fornire le vere proprietà della merce che stiamo acquistando; dobbiamo solo imparare a leggerla.
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Partiamo dalla premessa che la parola chiave da cercare su di una etichetta alimentare di cioccolato vero è: “puro”; alcune volte si può trovare anche la dicitura “cioccolato puro” per indicare che il prodotto non contiene grassi vegetali diversi dal burro di cacao.
L’etichetta deve obbligatoriamente riportare l’indicazione di:
- Tavoletta/polvere
- % cacao minimo
- Ingredienti
- Produttore e sede dello stabilimento
- Data di scadenza
Premesso ciò possiamo proseguire menzionando la normativa che disciplina il cacao ed il cioccolato; mutata a seguito dell’entrata in vigore, a decorrere dal 3 agosto 2003, della direttiva comunitaria 2000/36/CE recepita con D.leg.vo 12/6/2003, n. 178.
La nuova direttiva, stabilisce:
- La fattibilità di sottolineare, negli articoli di cioccolato, la mancanza di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.
L’Italia ha scelto di acconsentire tale sistema attraverso l’indicazione in etichetta del termine “puro”, assieme al termine cioccolato, oppure mediante la dicitura “cioccolato puro” in altro loco dell’etichetta.
- L’etichetta dei prodotti di cioccolato comprendente essenze grasse vegetali, diverse dal burro di cacao, deve avere l’avvertenza “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao” nel medesimo luogo visivo dell’elenco degli ingredienti, ben evidenziata da questo, con lettere di corpo uguali all’elenco e in grassetto, vicino alla definizione di vendita. Questi grassi – entro il limite massimo del 5% del prodotto finito – si aggregano e non rimpiazzano le percentuali minime fissate dalla normativa per il burro di cacao.
- La nuova normativa – menzionando l’applicazione delle disposizioni generali di etichettatura all’interno nel decreto legislativo 109/1992 e successive modifiche – vuole, inoltre, l’obbligo di riportare in etichetta la data di scadenza e la lista degli ingredienti.
Mi sento di aggiungere che il cioccolato, per mantenere inalterate le sue qualità, andrebbe conservato in ambienti freschi e asciutti.
Per le festività natalizie, quindi, acquistate della vera cioccolata solo dopo aver letto l’etichetta facendo tesoro della consapevolezza che: il cioccolato percuote l’encefalo eccitando l’intelligenza, dà conforto al cuore e nutre riccamente.
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