AIDS
AIDS, o sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia immunitaria a causa virale, che colpisce in prevalenza giovani adulti e bambini.
Le manifestazioni cliniche dell’AIDS sono costituite da infezioni opportunistiche, ovvero causate da germi che, in soggetti con una risposta immunitaria non compromessa, non causano malattie e da insolite forme di tumori maligni, favorite da una gravissima compromissione del sistema immunitario.
L’attuale definitiva denominazione del virus è HIV (Human Immunodeficiency Virus) di cui sono noti due tipi, 1 e 2. L’alterazione immunitaria è in larga parte dovuta al deficit selettivo di una sottopopolazione di cellule indispensabili alla risposta immunitaria, chiamati linfociti T CD4+, che vengono infettati dal virus. La sindrome da immunodeficienza acquisita ed i tumori e le sindromi ad essa correlate, sono la diretta o indiretta conseguenza di un’infezione da HIV-1 e HIV-2.
Trasmissione:
L’HIV può essere trasmesso mediante trasfusioni di sangue o di emoderivati infetti, con piccole quantità di sangue contaminato attraverso lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti o per puntura accidentale con aghi o strumenti infetti sporchi di sangue. Tutte queste modalità fanno parte della trasmissione per via parenterale.
La trasmissione può avvenire, inoltre, per via sessuale. Il virus contenuto nel liquido seminale di maschi sieropositivi può contagiare cellule suscettibili della mucosa vaginale o rettale oppure raggiungere direttamente i linfociti T, attraverso lesioni delle superfici mucose, immediatamente al di sotto delle quali si trovano le stesse cellule linfocitarie.
Il rischio aumenta se durante il rapporto sessuale si provocano piccoli traumi delle mucose, con fuoriuscita di sangue. L’infezione può essere trasmessa anche dalle donne, con secrezioni cervicali e vaginali infette.
Una donna HIV positiva può inoltre trasmettere l’infezione al figlio durante la gravidanza, viene definita trasmissione materno-fetale, al momento del parto o dopo la nascita con l’allattamento al seno. Queste ultime due modalità vengono definite trasmissione verticale.